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Hai un appartamento in affitto e ogni anno devi pagare quella maledetta imposta di registro pari al 2% del valore annuale dell'affitto stesso. Puoi affidarti ad un commercialista, pagando un extra, oppure puoi fare da te attraverso il Servizio Online RLI dell'Agenzia delle Entrate.
Compilare il tutto è piuttosto semplice ma sono sicuro che quando arrivi davanti alla casella Anno di Riferimento: hai un blocco mentale e sono altrettanto sicuro che non trovi da nessuna parte delle informazioni convincenti. Devi mettere l'anno corrente, o l'anno successivo?
Tranquillo, ti risolviamo il problema in un secondo perché la cosa è leggermente controintuitiva. I casi, infatti, sono 2 ovvero se hai appena registrato un contratto di affitto oppure se stai pagando l'imposta per un contratto già esistente. Funziona così:
Se stai registrando il contratto per la prima volta, l'anno di riferimento è l'anno in cui avviene la registrazione. Ad esempio, se registri il contratto nel 2024, l'anno di riferimento è il 2024.
Se invece stai pagando l'imposta per il rinnovo annuale di un contratto esistente, l'anno di riferimento è l'anno in cui cade l'annualità per cui stai pagando. Se stai pagando l'imposta per l'annualità successiva al 2024, l'anno di riferimento sarà il 2025.
L'ideale sarebbe che lo Stato togliesse per sempre questa fastidiosissima imposta che rischia solo di essere dimenticata o di creare errori di compilazione. Anche perché è un'imposta che punisce gli onesti: hai fatto tutto in regola e hai registrato il contratto? Bravo. Ti facciamo pagare 150 euro ogni anno come premio!
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